venerdì 24 maggio 2013




Comunicato  del Comitato contro gli abusi 
edilizi
In relazione alla vicenda dell’ex Totem, nota discoteca sita in zona Ponte Alto, e alla decisione della magistratura vicentina di archiviare il procedimento penale a carico di 2 dirigenti comunali, vorremmo  precisare quanto segue.   
Il dirigente comunale Murzio autorizzò nel 2006 la riapertura della discoteca Totem,  dopo  averne   decretato la chiusura  a causa degli abusi edilizi riscontrati dalla Polizia Locale. Pur dichiarando insussistente il reato penale, il Giudice ha ritenuto quel provvedimento “abnorme”. Il provvedimento faceva seguito ad un parere favorevole alla riapertura della discoteca da parte della Commissione di Vigilanza e Pubblico Spettacolo presieduta dallo stesso Murzio. Parere deliberato in difetto del numero legale (in assenza cioè di Polizia locale e Vigili del Fuoco) e quindi in violazione dell’art.  4 del D.P.R. n. 311/2001.  Difficile quindi parlare di comportamento corretto.
A distanza di pochi giorni dalla riapertura del Totem, l’ufficio comunale competente confermava l’abuso ed emetteva ordinanza di demolizione. Il privato ricorreva al TAR senza però chiedere la sospensiva del provvedimento. Da qui l’ipotesi di reato per omissione a carico dei dirigenti comunali,  per non aver adottato a distanza di sei anni nessuna confisca e demolizione. Il giudice ha ritenuto non esservi reato penale, in quanto l’inerzia era giustificata dal timore che, in caso di soccombenza avanti al TAR, il Comune avrebbe dovuto pagare danni al privato.
Ne prendiamo atto. Tuttavia, come abbiamo appreso recentemente, entro i 90 giorni dalla data dell’ordinanza il privato presentava istanza di sanatoria, rigettata dal Comune perché l’intervento era in contrasto con la destinazione d’uso “prevalentemente industriale dell’area”. E, fatto assai più importante e rilevato nell’istruttoria, perché l’immobile industriale non aveva gli standard a parcheggio necessari per un uso commerciale. Uso che, notoriamente, comporta un maggior carico urbanistico e il pagamento di maggiori oneri. Incidentalmente ricordiamo che, proprio in base a questo motivo, TAR Veneto e Consiglio di Stato hanno confermato, per la Torre Girardi, il decreto provinciale di annullamento dei permessi di costruire rilasciati dal Comune.
E’ importante osservare, per giurisprudenza consolidata, che la richiesta di sanatoria successiva all’ordinanza di demolizione rende quest’ultima inefficace e il dirigente deve ripresentare un nuovo provvedimento con fissazione di nuovi termini per ottemperarvi (Cons. Stato, sez. IV, 29/11/2012, n. 6097).  Cosa che  nessun dirigente comunale ha finora fatto. Di conseguenza, il ricorso al TAR appare improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
In buona sostanza, pur permanendo una situazione antigiuridica, qual è l’abuso edilizio, a tutt’oggi non esiste nessuna sanzione efficace da parte del Comune. Per questo motivo, da circa 25 anni il privato può disporre liberamente di un immobile abusivo (secondo quanto accertato dai dirigenti comunali), svolgendovi, anche recentemente, lavori edilizi con l’assenso del Comune. Va rilevato che la  Suprema Corte di Cassazione penale, con orientamento costante,  ha stabilito  che non possono essere autorizzati  lavori edilizi per un immobile abusivo non sanato, né condonato: “in quanto gli interventi ulteriori ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera principale”  (Cass. pen. sez. 3, 19.4.2006, n.21490).
Non si tratta di un caso isolato. L’area industriale di Ponte Alto negli anni ha subito una trasformazione di fatto, diventando commerciale in mancanza dei più elevati standard (parcheggi) richiesti per tale attività. Ricordo che i privati non hanno ceduto, e il Comune non ha fatto nulla per ottenerli, gli standard esistenti e cioè: strade, parcheggi e area verde, per una superficie di oltre 15 mila metri quadrati. Una cessione gratuita prevista da un atto unilaterale firmato dal privato lottizzante, in compensazione della quale chi ha costruito è stato esentato dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. Il tutto, a vantaggio dei privati e in danno dell’erario e del territorio.  
Vicenza, 24 maggio 2013. 
Per il Comitato contro gli abusi edilizi, Paolo Crestanello





















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