venerdì 11 novembre 2011

Il Comitato e la Torre Girardi

Risposta del "Comitato Contro gli Abusi Edilizi e Ambientali e per la Tutela dell'Ambiente" alla lettera della signora Girardi pubblicata su vicenzapiu venerdì 11 novembre 2011


Al direttore di Vicenzapiu.com, in relazione alle osservazioni della legale rappresentante della ditta Girardi, pubblicate sul Suo giornale il 9 novembre 2011, desidero, in qualità di coordinatore del "Comitato contro gli Abusi Edilizi ed Ambientali", fornire una più corretta e completa ricostruzione della vicenda, colmando le numerose e forse interessate omissioni della proprietaria dell'edificio. La lettera, infatti, denuncia in modo fantasioso oscuri complotti orditi da comitati e associazioni ambientaliste che, non si capisce in base a quali poteri, avrebbero contribuito a mettere ingiustamente fuori legge l'edificio noto come Torre Girardi.

Cominciamo a dire innanzitutto che i permessi di costruire rilasciati dal Comune di Vicenza sono stati annullati nel 2005 dall'Amministrazione provinciale per violazione della legge regionale sui parcheggi e per la mancanza del piano attuativo previsto dall'articolo 41-quinquies della legge 1150 del 1942. In assenza di tale piano infatti non si possono costruire edifici con «volumi superiori a tre metri cubi per metro quadrato di area edificabile, ovvero altezze superiori a metri 25». Si ricorda che l'edificio ha un indice volumetrico superiore a 9 metri cubi su metro quadro ed una altezza di 32 metri. Il TAR Veneto nel 2006 e il Consiglio di Stato nel 2007 hanno confermato definitivamente tali illegittimità, dando ragione alla Provincia e torto al privato e al Comune.
Ma al di là delle considerazioni tecnico-giuridiche va rammentato che a denunciare nel 2005 a palazzo Trissino le violazioni urbanistiche della Girardi e a sollecitare con vari esposti la Provincia ad esercitare il potere di annullamento del permesso di costruire, furono alcuni consiglieri comunali dell'allora minoranza: tra i quali due assessori della attuale giunta. Anche un esposto in Procura venne presentato dagli stessi consiglieri comunali. Fino al 2009 né Legambiente né il nostro comitato si erano mai interessati attivamente alla vicenda.
Ci furono diversi e vani tentativi da parte del privato per regolarizzare l'edificio, diventato abusivo a seguito dell'annullamento delle concessioni, tutti bocciati per contrasto con norme di legge. Il 30 marzo 2008 il Tribunale penale di Vicenza confermava l'illegittimità dei provvedimenti rilasciati a favore della Girardi, anche se assolveva il dirigente comunale, firmatario delle concessioni, dal reato ascrittogli. Il 15 aprile 2008, lo stesso dirigente comunale che aveva firmato i precedenti ed illegittimi permessi di costruire, poi annullati dalla Provincia, autorizzava una nuova concessione finalizzata a "sanare" l'intero edificio, con un cambio di destinazione da commerciale ad industriale per rendere conformi gli standard a parcheggio, e con una demolizione degli ultimi due piani per ridurre l'eccessiva altezza. Demolizione poi commutata, su richiesta della Girardi, in una sanzione di 900mila euro mai pagata. Va rilevato comunque che in caso di annullamento delle concessioni la legge prevede la possibilità di rimuovere solo vizi formali o procedimentali, mentre quelli rilevati dalla Provincia nel 2005 erano sostanziali. E quindi non rimovibili.
Fu l'entusiastico annuncio, rilasciato nel luglio del 2009 al Giornale di Vicenza dall'assessore comunale all'edilizia privata, di aver finalmente in mano la soluzione della "rogna più grossa trovata sul tavolo", ad attirare la nostra attenzione. Ritenevamo e riteniamo che il provvedimento finalizzato a "legalizzare" l'edificio abusivo fosse gravemente illegittimo a causa soprattutto, ma non solo, del mancato rispetto del vincolo paesaggistico fluviale originato dalla presenza della Roggia Dioma. Vincolo, la cui esistenza è sempre stata negata dall'ufficio tecnico del Comune in contrasto con il parere della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza. Sul punto abbiamo provveduto a denunciare alla Sovrintendenza ed alla Corte dei Conti tale violazione.
Di più. La sentenza del Tribunale di Vicenza del 2008, richiamata dalla Girardi e nella quale si nega l'esistenza del vincolo paesaggistico, è stata impugnata dal procuratore della Repubblica di Vicenza ed il ricorso è tuttora pendente in appello. Si tratta peraltro di una sentenza che, pur riguardando lo stesso corso d'acqua, fa riferimento ad un'altra vicenda edilizia. E c'è un'ultima considerazione. Il permesso di costruire del 2008 nel frattempo, come ricorda la Girardi, è decaduto per mero trascorrere del tempo, con la conseguenza che la Torre è ritornata ad essere interamente abusiva. Difficile anche pensare di poterla "sanare" oggi visto che, vincolo paesaggistico a parte, le nuove norme entrate in vigore nel 2008 per l'area industriale ovest non consentono la presenza di edifici di tale dimensione. A questo punto viene da chiedersi: la Girardi è solo vittima di una serie incredibile di "errori" commessi da altri? Se così denunci chi irresponsabilmente ha chiesto per suo conto concessioni illegittime e chi altrettanto irresponsabilmente le ha rilasciate, lasciando che l'edificio venisse portato a termine. Altre strade non ci sono; a meno di violare quanto dispone la legge che ogni giorno semplici cittadini sono tenuti a rispettare. Legambiente e il nostro comitato hanno a cuore un interesse diverso e superiore, cioè quello di difendere il territorio che è un bene di tutti anche se viene rispettato da pochi.
Paolo Crestanello








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